|
12 aprile 2006
Il bacio del giorno dopo
Pareggiare è come baciare tua sorella, diceva quello. E pare ovvio che si riferisse alla mancanza di emozione di un bacio fra consanguinei. Oggi non mi sento nemmeno così. Deluso, credo sia la parola giusta. Ed è pazzesco dirlo dopo aver vinto le elezioni e battuto Berlusconi. Però è esattamente così. Assomiglia alla sensazione provata dopo il referendum sulla procreazione assistita. Assomiglia alla sensazione (ancora peggiore) di sentirmi un po' straniero a casa mia.
Qualche tempo fa (l'ho anche già scritto) Magris sul Corsera sosteneva che uno dei compiti - Il compito - della politica è saper parlare a chi non la pensa come te. Una discussione simile l'ho fatta via mail, ieri, parlando di tutt'altro. In linea di principio sono anche d'accordo. Solo che non riesco a capire come.
E forse è proprio questa l'eredità feroce che il regno - perchè non di governo si è trattato - di SilvioB ci lascia. La distruzione completa del tessuto sociale, la cancellazione progressiva e totale dei valori comuni, di tutto quello che costituisce la base di una società civile e che ha creato l'Italia di oggi.
Un paese in cui nessuno si indigna più di niente. In cui l'illegalità è un vanto che crea emulazione e non rifiuto. In cui il rispetto per i più deboli è stato scavalcato e sostituito dalla sopraffazione, una gara continua in cui chi non riesce a correre abbastanza forte viene abbandonato prima e dimenticato poi. Si è sistematicamente corrotta la struttura portante della nostra vita, mortificata la cultura a favore del più volgare e scadente spirito tamarro. Si è risvegliata la parte più facilona, menefreghista, indifferente, portandola come esempio quotidiano di esistenza a tutti gli altri. E alla fine non è rimasto più niente.
Perchè la parte in cui l'operazione ha attecchito, in cui la mutazione genetica ha fatto effetto ha creato qualcosa che prima non c'era e in cui l'altra parte finisce per non trovare più nulla di riconoscibile.
Esiste una metà d'Italia che ritiene giusto, accettabile e perfino positivo l'insieme di valori portati a spasso dall'esposizione del corpo del capo. Dal delirio messianico in cui chiunque non sia con me è contro di me. Giornali, magistrati, avversari politici, industriali, gente della strada, alleati politici. Dal governo di questi ultimi cinque anni che ha legiferato a colpi di "riforme epocali", mai viste, mai tentate, mai provate. Il gigantismo con cui si è tentato di mascherare il sistematico assestamente degli interessi di parte (sempre una) e il nulla penumatico in cui si stava affogando la vita di un paese che avrebbe solo bisogno di essere normale.
E adesso siamo qui. Con Provenzano (casualmente) arrestato il giorno dopo la chiusura dei seggi. Con la sindrome della Florida che ci salta addosso come un serpente spuntato da un buco. Con gli scatoloni pieni di schede votate che qualcuno ha dimenticato in un angolo facendo le pulizie. Con la nuova esposizione del capo che mette la maschera del moderato per appoggiare di nuovo l'amo in acqua e vedere chi abbocca.
Ogni volta è una pesca proficua. Quando i pesci e il pescatore parlano la stessa lingua, stringere la bocca sull'amo e come incontrare di nuovo un vecchio amico. Che sia lì per mangiarti, in fondo, non è poi così importante.
|
|
|
|
|
|
|
Salman Rusdhie, Shalimar il clown |
Giorgio Bocca, Noi terroristi |
The Kooks, Naive |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|