18 marzo 2005




Non sei nemmeno un negro, solo un africano

Ci sono guerre che non sono nemmeno dimenticate, perché nessuno le ha mai ricordate.
Perché sono successe e noi - seduti davanti a un piatto di pasta o mezzi addormentati davanti alla televisione -, ce ne siamo accorti solo dopo.
Nessuno ce le ha raccontate. Nessuno ce le ha spiegate.
Ci sono guerre che non sono mai state umanitarie.
Ci sono guerre che non hanno mai avuto bisogno di guerre preventive.
Perché la gente che hanno fatto a pezzi, non valeva un solo voto in Francia, Inghilterra, negli Stati Uniti..
Perché la gente che è morta non valeva un solo centesimo di dollaro o euro in Europa o negli Stati Uniti.
Non valeva nemmeno un servizio giornalistico.
Non erano nemmeno negri, solo africani come spiega un personaggio del film.
Ci sono guerre così lontane, che tutto quello che ne resta è un numero. E quel numero di solito è quello dei morti.
Un milione, in questo caso. Approssimato.
Sono bastati soli cento giorni.
Ci sono guerre per cui nessuno ha mai pensato di fare un intervento umanitario.
Solo di salvare la pelle di chi in mezzo alla guerra c'era capitato per caso. E per sua fortuna aveva la pelle bianca e un passaporto occidentale.
Ci sono guerre così, sottopelle.
Finchè qualcuno non ci fa un film. Che sia bello o brutto non ha importanza.
Importa che muova anche solo un pensiero, una riflessione, un dubbio.

Chi dimentica il passato è condannato a viverlo di nuovo, ha scritto qualcuno un giorno.
Noi, spesso e volentieri, dimentichiamo anche il presente.




N.B.
La foto non appartiene al film.
Sono le vittime di uno dei massacri di quella guerra.
Alla Murambi Technical School,

@12:54:00 AM - permalink - 0 commenti


 
 
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