02 luglio 2003




Vorrei un sogno tridimensionale. Di quelli con gli spigoli morbidi, come le forme che si usano per le demo dei software di rendering. Vorrei un sogno così. Mentre fuori c’è una serata azzurra che non so come l’aria faccia aprendere quel colore lì.
Ma ce l’ha.
Ci sono tristezze che non se ne vanno e altre che si piantano in fondo e poi tornano su, come i tappi di sughero in fondo all’acqua. Che quando salgono li vedi saltare su che sembrano missili.
Adesso, mentre ho anche un po’ di mal di testa e una notte lunga e silenziosa davanti, vorrei togliermi le scarpe e camminare a piedi nudi sulla spiaggia.
Ci sarebbero gli ombrelloni chiusi come tante piccole tende indiane e qualcuno a galla dentro un mare liscio e fermo.
Ci sarebbe una lucee quasi dorata e il bagnino che tira su le carta con quelle strane reti. E il bagnino sarebbe vecchio, la pelle scotta come quei vecchi mocassini comodi che metti da vent’anni e non butti via perché così buoni non li fanno più.
E la spiaggia sarebbe tiepida e sarebbero tiepidi anche i miei pensieri, lo so. Lo so che riuscirei a non preoccuparmi e a stare tranquillo. Lo so che riuscirei a sentire qualcosa che scivola dentro e sarebbe qualcosa di caldo, come la cioccolata quando fuori fa freddo, in inverno e soffi contro il vetro per appannarlo.
Vorrei il mare adesso e camminare piano facendomi anche male con le conchiglie e poi sedermi, a raglio, da qualche parte fra la 78 e il porto.
E guardare.
Mi sembra di farlo adesso. Mi sembra di sentirlo il rumore.
Chissà se lo senti anche tu da lì.

@8:42:00 PM - permalink - 0 commenti


 
 
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