30 luglio 2003




Ho cominciato a scrivere che era quasi l'una e c'era silenzio. Avevo la finestra aperta e la tapparella alzata. Stavo a torso nudo che si stava meglio e sentivo l'aria sulla pelle. Oggi, infatti, starnutisco. Prodigio dell'età. M. direbbe che ho un gran fisico...di merda e probabilmente avrebbe ragione.
Comunque ho cominciato a scrivere all'una in quel silenzio lì.
E pensavo che ci sono ore della notte in cui il silenzio e l'aria forse sono proprio uguali dappertutto, identiche a Bologna come al mare.
E non era un brutto pensiero da fare, mentre ticchettavo sulla tastiera.
Poi alle tre tutto è finito. Come mettere un punto. Fine della frase.
E rileggendo mi è venuta una tristezza troppo lunga per poterle strappare la coda, troppo grossa per poterla tagliare a pezzi, troppo amara da mordere.
Non ho cura contro quella tristezza lì. Non so come fare quando arriva. Posso solo sentirla arrivare, aspettarla e combattere in silenzio per tutto il tempo che decide di passare con me.
Quando se ne è andata erano quasi le cinque, con il suo bel carico di lacrime spalmate sui secondi e sui minuti del suo passaggio.
E per un istante, piccolissimo e sottile, ho sperato che non sarebbe più tornata.
Poi è venuta mattina.
Questa.

@12:34:00 PM - permalink - 0 commenti


 
 
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