01 luglio 2003




Da bimbo il primo luglio era il vero inizio delle vacanze, che allora si chiamavano ferie.
La carovana dei bergamaschi, dei toscani e dei veneti si presentava al bagno 78 il primo di luglio di tutti gli anni con una puntualità fantozziana. Noi, gli autoctoni, eravamo già lì da un paio di settimane.
E il primo luglio era una festa. Un'orda di mocciosi invadeva senza sosta la zona e la spiaggia libera circostante.
Sembra pazzesco pensarlo oggi, ma dove adesso ci sono i camerini del palco monstre di viale ceccarini, io e i maramaldi giocavamo a calcio. Contro la parte laterale delle tende facevamo la gara dei colpi di testa. Inutile dire che la porta era la tenda.
Le partite degli adulti, invece, erano sul retro della zona 80, dove adesso hanno montato la rete da volley. E c'era anche il bagnino che ci guardava giocare. Io, naturalmente, in porta. che ero il più piccino.
Sulla spiaggia libera della 78 ci stavano quelli che mia nonna chiamava i barboni. Sempre libertaria. E c'era un'aria che sapeva ancora di trasgressione.
Oggi la trasgressione di Riccione è una trasgressione di plastica, al nylon. E' una trasgressione codificata negli standard. Oggi in spiaggia si può fare la doccia calda e magara anche il massaggio. Si può giocare a racchettoni dentro le gabbie o navigare in rete.
Ma non giocare a pallone.
Oggi se cammini in viale Ceccarini vedi di tutto, ma la sensazione è di fasullo. E' tutto talmente liscio e perfetto da sembrare artefatto, come i culi di marmo o le tette rotonde e antigravitazionali delle cinquantacinquenni sulla spiaggia.
O forse è che certi anni te li ricordi.
E che a guardie e ladri come in quei mesi di luglio lì non capiterà più di giocare.

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