14 aprile 2003




La vita è fatta di punti di vista. Lo so che assomiglia alla pubblicità del magnum, ma è così.
Ci pensavo ieri sera mentre guardavo il servizio su Bologna Juve.
Ho pensato che se le aglie fossero state invertite tutti sarebbero qui a parlare di un regalo della Juve. Forse di un suicidio della Juve, che si sa con i termini i giornalisti sportivi non ci vanno leggeri. Invece grande coraggio, grandi palle, grande forza di volontà.
Ho pensato che se il gnocco di Locatelli lo avesse fatto Del Piero o Baggio o Totti, avrebbe fatto il giro del mondo. Invece niente.
Ho pensato che Cruz ha fatto gli stessi goal di Baggio, uno in più di Recoba e Nedved – che ne hanno fatti quanto Signori -, due in più di Montella e tre in più di Trezeguet. È sorprendente anche per me, ma è così. E nessuno lo dice.
Ho pensato che ogni tanto ci vorrebbe un po’ di umiltà e di rispetto per l’avversario. Che è la prima cosa che ho imparato giocando a uno sport che per molti versi è ancora civile, come il tennis. Che vedere il signor Bettega che fa il suo numero in tribuna dopo il pareggio e sentire il signor Moggi che dice che è dispiaciuto perché potevano vincere, beh, mi fa un po’ incazzare. Da queste parti dicono ringrazi che t’è parzè!.
E ho pensato, per l’ennesima volta, che il calcio comincia a farmi schifo.
Lui e tutto il circo che gli gira intorno.
Per sfogare i malumori di tutti i giorni, credo basti farsi una bella corsetta.
O guardarsi dentro. Ma veramente.

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