12 aprile 2003




Da qua su non capisco se piove. Non che me ne freghi qualcosa, intendiamoci.
Mattina – e pomeriggio pure – passata a cercare di capire come mettere in piedi una storia. Avrei anche dovuto lavorare, ma il server era gloriosamente giù. Per mia fortuna.
Ho pensato a me. Difficile che lo faccia. Di solito sono in fondo alla mia lista dei desideri.
Sono uscito, ho fatto un giro, l’inevitabile tappa alla Feltrinelli. E questa volta non ho resistito a comprare Faletti. Non ho razzismi per quello che riguarda le parole. Anni fa mi sono letto anche mein kampf quindi penso proprio di averle provate tutte.
Ho buttato giù un nuovo inizio e tentato di nuovo di finire un livello a Alien vs Predator, finendo distrutto sul più bello.
Ho fatto un giro sotto la pioggia del primo pomeriggio a mettere fiori e a sentire parole. Le mie, dal fondo.
Tornando a casa, mentre scrivevo un messaggio, ho fatto un giro in maccina nella campagna sporca di pioggia, immaginando una storia, ma soprattutto pensando. Il cielo era scuro all’orizzonte, come il fondo che si deposita nelle bottigle di rosso. Una specie di sedimento di un temporale che non arriva e che sembra colar, come una ferita troppo piena o un pensiero che non riesce a uscire.

I tuoi pensieri, sono come il tempo.
Ci sono giorni pieni di nuvole, pieni di un grigio scuro che si apre in tuoni improvvisi, lunghi e duri. Che si chiude in nuvole ferme, immobili, che appesantiscono la testa, il collo. Che premono alla base della nuca.
Ci sono giorni di primavera con risate sottili e un sorriso che sembra un fiore in questa stagione. Sboccia che nemmeno te ne accorgi. Arriva ed è già lì, in un secondo. Come le viole sul prato di casa mia, che chissà quando sono spuntate.
Ci sono giorni freddi. Chiusi nel silenzio delle notti di gennaio. Giorni in cui solo aprire la bocca fa venire freddo ai polmoni, fa gelare le vene nei polsi. Giorni in cui ci sono talmente tante paure, talmente tanti pensieri in movimento, che tutto sembra fermo e immobile.
E ci sono giorni di sole, che sei una persona solare e calda e accogliente in un modo tutto emiliano, che non potresti essere di un posto diverso. Non potresti essere nata in un posto diverso da questa strana città di stelle e di merda che è tutto e il contrario di tutto.
In quei giorni, in quei giorni di sole, in quelli in cui ti piace andare in giro a prendere semplicemente il bel tempo che ti scorre addosso, hai gli occhi che mi ricordo di averti visto in faccia la prima volta. Quando nemmeno sapevo chi eri. In quei giorni fai quasi male.
Però sei tu sempre, come una bambina che può essere tante cose, ma resta sempre lei. Maraglia e dura e con l’incredibile capacità di inventare nomi, nomignoli e vocaboli.
Mister Magoo mi si addice proprio. Non lo dico solo io.
Riesci a farmi ridere.
La pelle, i pensieri, le parole, il viso.
Gli occhi.
Buffa creatura a cui vanno, ora, tutti i miei pensieri.
Soppa…

@6:22:00 PM - permalink - 0 commenti


 
 
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