27 aprile 2003




Ci sono giorni che hanno una luce strana.
Giorni che le parole inciampano e non vengono fuori bene. Giorni in cui mi perdo a leggere un libro, come ho fatto oggi e ci lascio lì il pomeriggio. E poi mi attacco a scrivere e non la smetto più, come se si fosse mosso qualcosa, un interruttore, un ponte radio, una spina nella presa.
Giorni in cui guardare in faccia un amico, come stamattina, mi fa bene.
Giorni in cui il sole sembra una carabina che spara dritto per dritto qualcosa di caldo con cui sfamarsi.
Giorni in cui esco persto alla mattina e vado a correre e mentre corro mando un messaggio che ormai scapuzzo nel laghetto insieme alle anatre e a quello stronzo del cigno. Che il cigno sarà anche bello ad vedere, ma andrebbe rasato via dalla faccia della terra.
Giorni in cui le sorie si accavallano e io decido solo la precedenza, come un vigile in mezzo a un incrocio.
Giorni in cui penso ai due babbioni che sono usciti a metà proiezione ieri, dopo aver sottotitolato in stretto dialetto tutto il film e chissà cosa si aspettavano.
Giorni in cui le impressioni sono più forti e le sensazioni sono come sapori, come odori, come carne e sorrisi.
E vanno tutte nella stessa direzione. Verso uno sguardo che sembra non guardare e che vede tutto.
Stamattina ascoltavo il morbido dell’erba sotto le scarpe da ginnastica. C’era una luce stranissima, grigia e gialla. C’era una domenica mattina da non passare a gubbiare e il peso di una notte insonne.
C’eri tu nei miei pensieri.
Come adesso.

@6:49:00 PM - permalink - 0 commenti


 
 
Qui&Ora
Salman Rusdhie, Shalimar il clown
Giorgio Bocca, Noi terroristi
The Kooks, Naive
 
Blog
 
Letto
 
Visto
 
Letto (prima)
 
Visto (prima)
 
 


This page is powered by Blogger. Isn't yours?