14 novembre 2002




Stamattina fa caldo. Ma proprio caldo. L'estate di San Martino, la chiamano ed è arrivata in ritardo, che secondo me il buon vecchio globo ha preso una strana velocitèà di rotazione. Lo diceva sempre mia nonna, al mond al va all'arversa!
Comunque in macchina ho cavato il riscaldamento versione tropical blind, ho guardato fuori il riflesso della giornta sul cielo e i colli davanti che brillavano di una strana luce pulita.
Poi ho acceso la radio. E dalla radio è uscita questa...

Poi arrivò il mattino e col mattino un angelo/ e quell'angelo eri tu, con due spalle uccellino/ in un vestito troppo piccolo e con gli occhi ancora blu./ E la chitarra veramente la suonavi molto male,/ però quando cantavi sembrava Carnevale,/ e una bottiglia ci bastava per un pomeriggio intero,/ a raccontarlo oggi non sembra neanche vero./ E la vita Caterina, lo sai, non è comoda per nessuno,/ quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo./ Devi rischiare la notte, il vino e la malinconia,/ la solitudine e le valigie di un amore che vola via./ E cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo/ e non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo./ Chissà se in quei momenti ti ricordi della mia faccia,/ quando la notte scende e ti si gelano le braccia./ Ma se soltanto per un attimo potessi averti accanto/ forse non ti direi niente ma ti guarderei soltanto./ Chissà se giochi ancora con i riccioli sull'orecchio/ o se guardandomi negli occhi mi troveresti un pò più vecchio./ E quanti mascalzoni hai conosciuto e quante volte hai chiesto aiuto,/ ma non ti è servito a niente./ Caterina questa tua canzone la vorrei veder volare/ sopra i tetti di Firenze per poterti conquistare.

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