11 novembre 2002




Ma la notte è fatta per dormire o per pensare?
No, perché a me capita spessisimo – troppo spessissimo? – che passo la notte a pensare. Il che, lo ammetto, non è un gran modo di passarla.
Fino a pochi secondi fa guardavo sex & the city, puntate stravecchie, con la cara S.J.Parker ancora all’inizio del suo tacchinamento con Mr.Big. Guardavo la puntata che svariava dalle relazioni fra i sessi, all’amicizia passando per il sesso anale e pensavo.
Pensavo che tutte le cose che apparentemente sembrano più facili, più banali, in realtà sono complicatissime.
Riusciamo a progettare un robot che va su Marte e sonda il terreno. Troviamo una cura contro le malattie e se ci impegnano riusciamo a inventare una scusa quasi plausibile per muovere guerra all’Iraq e votare Silvio Berlusconi. Ma nei rapporti fra di noi siamo delle robe comiche. E invece le emozioni sono così semplici.
La semplicità delle emozioni è la danza dei panini de La febbre dell’oro. È lo sguardo che ha lui, gelato e affamato, mentre la mette in scena. Un’emozione è Stefano Accorsi che lascia andare per terra un bicchiere e il bicchiere non si rompe. Un’emozione è il treno di Cecilia Roth che scopre dal finestrino la città. Un’emozione è Roberto benigni che cerca di far ridere suo figlio anche se va a morire e lo sa. Un’emozione è il silenzio di Estha e il dolore sordo di Rahel. Un’emozione è perché le stirpi condannate a cent’anni di solitudine non avevano una seconda opportunità sulla terra.
Sono cose semplici.
È provarle è una cosa semplice.
A volte basterebbe nopn avere paura.

@12:59:00 AM - permalink - 0 commenti


 
 
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