27 novembre 2002




La magia di una frase brevissima. Due periodi spezzati da un punto.
La semplicità è tutto e dura un attimo. Come il lampo in un temporale. Giusto il tempo di accorgerti che c’è.
Giusto il temp ti capire cosa stai leggendo. Una parola via l’altra, una sillaba via l’altra e poi dentro, ancora di più, nelle lettere. Qualcos che passa dagli occhi, ti scivola addosso e lascia attaccato un rimasuglio, una certezza o una speranza. Un’emozione.
Le parole sono un po’ come le lacrime e le risate, come le carezze, come i pugni. Le parole ti colpiscono, ma proprio fisicamente e sono esattamente come chi le pronuncia. Si scrive come si vive. Se sei falso nella vita, allora lo sono anche le tue parole. Se prometti e non mantieni, se fingi di essere e non sei, se illudi e poi scappi, nelle paroe si vede. Perché sono vive.
Forse è per questo che le tue parole mi piacciono ed ero serio quando ti ho detto quella roba che te hai cacciato subito in vacca. Serio, serissimo.
E te lo sai.
Perché dalla tua sintesi estrema e dal rigore delle lettere gocciola, scintilla dopo scintilla, la fame di emozioni che ti scoppia dentro.
E io inizio la mia notte sperando forte come un temporale, di essere a bordo per poterla sfamare in ogni modo.

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