07 novembre 2002




Avrei voluto scrivere d’altro. Avrei voluto scrivere qualcosa di divertente, ma non ci riesco. Sono troppo schifato. Davvero troppo. E quando sono schifato, scrivo. Qui.

Qualche anno fa il cinema americano tirò fuori dal cilindro un personaggio geniale. Lo interpretava Peter Finch in un film sulla televisione che in Italia abbiamo avuto la brillante idea di intitolare Quinto Potere. Il personaggio in questione era un famoso e vecchio anchor man che una sera dalla sua platea del tg cominciava a urlare, a inveire, a pontificare contro tutti i mali del mondo, con un po’ di qualunquismo, una giusta dose di populismo e tanta, tanta furbizia.

Oriana Fallaci mi ricorda quel personaggio.
Solo che mi sembra sia la deriva di quel personaggio.

Signora Fallaci – le scrivo in prima persona rubandole un espediente narrativo a lei noto – lei chiede rispetto. Rispetto per la sua città. È giusto. Rispetto per i suoi monumenti. È giusto. Rispetto per la Legge. È giusto. Tutto giusto.
Ma mi restituisce un senso di fastidio pensare che lei chiede rispetto, ma non si sogna di darne. Lei non sa nemmeno cosa sia il rispetto.
La cito. Ai suoi concittadini: Chiudete tutto, abbassate le saracinesche, metteteci il cartello che i coraggiosi misero nel 1922 cioè quando i fascisti fecero la marcia su Roma. “Chiuso per lutto”
E ancora: sentitevi come nel 1944 cioè quando i tedeschi fecero saltare in aria i nostri ponti e via Guicciardini, via Por Santa Maria. Se comprendo l’italiano sta dicendo che i manifestanti sono fascisti. E nel caso non fosse chiaro come la pensa, sottolinea che i manifestanti, i figli di papà che vivono alle spalle dei genitori amano Bin Laden e rispettano Saddam Hussein e si inchinano ai regimi teocratici e militari dell’Islam. E erano i primi a sghignazzare l’11 settembre.
E allora le chiedo con quale diritto dal suo eremo ovunque lei si trovi – anche se dice che sarà a Firenze -, dal suo bel pulpito grazie al quale strombazza su noi poveri mortali migliaia di caratteri di questo glorioso pensiero tollerante, si permette di attribuire agli altri questi pensieri. Con quale diritto chiama fascista un gruppo che si riunisce per manifestare e che lo fa, fino a prova contraria, in modo del tutto pacifico.. Con quale diritto afferma che quela gente ha esultato o peggio sghignazzato nel vedere le torri crollare. Con quale diritto può die che ammira Saddam Hussein o che rispetta Bin Laden? Con quale fottuto diritto – uso la parola fottuto, madame, perché lei si permette di scrivere bestemmie. La consideri una par condicio – si permette di dirmi come la pensano? Con quale?

Le dirò una cosa. Personalemente condivido alcune dei motivi per cui manifestano a Firenze. Li condivido. Le dirò, avevo anche pensato di farci una scappata, chè Bologna non è distante. Pensi un po’. E quindi sarei un fascista?
E non sono un figlio di papà, non vivo alle spalle dei miei genitori, lavoro, studio, conosco quel po’ di storia che mi hanno insegnato a scuola e quel po’ di più che ho avuto voglia di conoscere da solo. Visto che parla anche di Conoscenza.
E sa una cosa: io sono sicuro di non essere un fascista.
Io sono sicuro che la guerra in Iraq sia una grandissima merdata, ma non rispetto Saddam Hussein. E non penso che la pace si difenda solo con la pace.
Io penso che Bin Laden non sia il concentrato di tutti i mali del mondo, ma non lo amo, non lo rispetto, lo considero quello che è: un criminale.
Io l’undicisettembre ho pianto signora Fallaci, ma mi sento non solo in diritto, ma in dovere di dire che è necessario che si pensi ai motivi che hanno scatenato tutto quell’odio. Ai motivi veri o presunti. Ai motivi. Perché non si sterminano i moscerini semplicemente schiacciandoli uno alla volta con un vocabolario. Bisogna capire perché volano.

Lei predica lo sdegno come forma di vita. Lei predica la rabbia come forma di vita, come unica forma di espressione e rappresente così bene la nostra forma mentis, quella che cerca sempre un nemico da combattere o – meglio ancora – da abbattere, da farmi quasi sorridere.
Sorridere perché ho sempre pensato che le persone si dividano in onesti e criminali. Onesti e criminali, non Islamici e Non, non manifestanti e poliziotti. Onesti e criminali. E dico che è criminale devastare genova, distruggere negozi, imbrattare i monumenti. Ma che è altrettanto criminale mandare militari di leva in mezzo a squadriglie di neoguerriglieri preparati al combattimento e mandarli con le armi pronte a sparare. Perchè il colpevole non è chi spara in preda a una paura che non è addestrato ad affrontare, ma chi lo ha messo sul posto, pronto, con la pistola carica in mano. Criminale quanto l’aggressore.
È accomunato a lui anche dall’impunità.

Per questo trovo fascista il suo modo di pensare. Totalitario. Lei critica il fondamentalismo islamico, ma il suo che cos’è? Che differenza c’è fra il suo modo di pensare e quello di un kamikaze? Se c’è, qualcuno me la spieghi, perché io non la trovo.

Vede, io resto convinto che le soluzioni si trovano parlando, discutendo, dicendosi le cose pane al pane, ma confrontandosi. Con coraggio, certo. Con forza, certo. Ma senza preconcetti. E mi piacerebbe vedere lo stesso sdegno per altre cose. Mi piacerebe vederlo per certe leggi, per certa politica, per certe ingiustizie, per la guerra in Iraq o l’idea dell’attacco preventivo. Mi piacerebbe vedere la stessa forza, lo stesso sputante disgusto. Ma dubito che lo vedrò.
Come sono certo che alla fine lei avrà ragione quando, paradossalmente, conclude dicendo che non succederà niente. Sono sicuro.
E mi viene spontaneo chiedermi perché allora questo articolo. Mi viene spontaneo chiedermi se non c’entri qualcosa quella riga che conclude la sua vibrante arringa da pasionaria in Fay. Quella riga che in un carattere più grande di tutto l’articolo cita l’anno del copyright, il suo nome e la casa editrice.

Certo, se le facessero questa obiezione lei replicherebbe giustamente sdegnata. Magari con un’altra lunghissima pagina del Corsera, come quella di oggi.
Forse è per questo che mi auguro che nessuno gliela rivolga.
Perché un suo articolo di questo tenore ogni sette o otto mesi mi sembra già francamente eccessivo.

@1:13:00 AM - permalink - 0 commenti


 
 
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